lunedì 27 aprile 2009

Vita è speranza

Guardando le foto abbiamo rivissuto le stesse emozioni provate mentre eravamo li,insieme a voi, circondati dai ragazzi che salivano e scendevano dalla cesta, dai bambini che mi si sono attaccati al collo perchè non volevano scendere...
Regalare un sorriso ai più piccoli è stato entusiasmante, incontrarvi è stata una lezione di vita.
Romina, Maurizio e c.




Il cielo è ancora generoso delle nuvole dell’acquazzone di stanotte, la terra è fango. Occhi sullo spazio di un prato dove un enorme ventilatore, cavi d’acciaio, corde e bombole di gas abitano l’erba alta e bagnata su cui un lungo telo srotolato giace immobile, dormiente. Calma nei gesti necessari che conoscono l’attesa e qualche incredulità un po’ sopita che ancora non capisce cos’è. Godo la sospensione. Poi… l’aria scaldata da lingue di fuoco danzanti entra nel telo, prende posto e si accomoda come acqua di onda di mare. Morbidezza in cui affondare la mano solo per il tempo in cui è disteso.
La respira tra l’erba, polmone che sembra svegliarsi, piano piano, lentamente... Fino a quando, pieno di vuoto, si solleva… Assume la sua forma, si fa corpo e prende posto, enorme, su una cesta di vimini che sembra davvero troppo piccola…
E’ una magia!
Un cuore sbuffante e ruggente l’accompagna, alimenta il caldo, vince l’aria e la fa alzare nel vento.
Ora sono dentro. Se guardo in alto, in quella caverna d’aria il blu mi acceca!
Sulle teste battito sonoro. Ardente.
Ora sono in alto… sospesa ma salda.

Stupore negli occhi bambini che trovano strano questo gigante. Nasi all’insù.
Dolcetti dimenticati tra le dita... Granelli di zucchero scivolano dagli angoli delle bocche su parole spezzate dalla meraviglia mentre tentano di dire che il gioco già deciso aspetterà…
Oggi si vola!!!

Si accavallano le grida festose e i tratti dei volti raccontano emozioni grandi e bambine. Abbracci di uomini e donne traghettano bimbi e …sorrisi.
“Mamma, posso volare?”

Esiste davvero!
Quando pensavo a una mongolfiera rivedevo il libro di Verne sul copriletto arancione di quando ero bambina, proprio lì, sull’angoletto, prima che il mio calcio notturno lo buttasse a terra.
Per me le mongolfiere abitavano lì…

Grazie alle mani che hanno riempito l’aria per dare forma a questo sogno e portarci su in alto… Grazie a chi ha raccolto l’eco di quelle risate intrecciandole in un abbraccio d’aria accarezzato dal vento, circondato dal cielo… immenso… leggero.

1 commento:

Anonimo ha detto...

E' tutto così strano...mi sento come quelle case intatte fuori ma dentro con dei tramezzi crollati.
All'esterno le persiane sono chiuse, così come i volti sconvolti delle persone,
ma gli edifici intatti rimangono così come le persone,
fuori forti e dentro un pò più vulnerabili,
fuori forti e dentro un pò tristi,
fuori forti e dentro un pò vuoti,
fuori forti e dentro col ricordo del 6 aprile impresso nelle mura della mente
ma quegli edifici e quelle persone che sono ancora in piedi e che stanno vivendo questo caos interno ed esterno si reggono grazie ai pilastri della speranza, della fede, dell'amore, del coraggio e della forza di reagire.
L'Aquila era, è e sarà più forte di prima...crediamoci tutti perchè siamo tutti noi che la rendiamo tale!
Un abbraccio di forza e coraggio.

P.S.Ringrazio tutti i membri di questa fantastica organizzazione, perchè contribuite a portare serenità e sorrisi a questa gente che ne ha bisogno.